martedì 28 gennaio 2014

Elezioni regionali 2014: chi vincerà? Testa a testa tra Cappellacci e Pigliaru. Murgia poco sopra il 10 per cento, Pili assente

Ugo Cappellacci
Sassari - Manca ancora Mauro Pili, ma intanto a Sassari sono arrivati per la campagna elettorale i primi tre candidati presidenti, nell’ordine di presentazione ai loro sostenitori, Francesco Pigliaru, Ugo Cappellacci e Michela Murgia. Del primo abbiamo già parlato: uomo ancora troppo impacciato, parole però chiare, come il programma. Dieci giorni fa, a parte l’introduzione di Manlio Brigaglia, che a tanti non è proprio piaciuta (e noi siamo tra quelli: ricordare che Pigliaru ha studiato all’Azuni è stato semplicemente fuori luogo ed inutile), il candidato presidente per il centrosinistra ha convinto il pubblico presente. Sforzo in realtà superfluo, perché l’opera di convincimento deve raggiungere qualche risultato fuori dal cerchio ristretto degli elettori di Pd ed alleati. Pochi infatti erano i giovani; tante, troppe, le facce conosciute. Insomma il centrosinistra se la è suonata e cantata in casa.


Francesco Pigliaru
Discorso diverso per Ugo Cappellacci. Ma chi l’ha detto che il presidente della Regione non sa comunicare? Negli anni lo abbiamo seguito sotto il profilo della professione giornalistica. Dobbiamo ammettere che l’uomo parla bene, comunica concetti, trasmette serenità. Mai una parola gridata, anzi, sempre educato. Solo qualche replica netta agli avversari politici. Questo però ci sta. Prende ordine da Arcore? Poteva essere all’inizio, almeno sul piano della comunicazione. Adesso non sembra. Che poi gli obiettivi prefissati non siano stati raggiunti è un altro discorso. Sabato scorso, di mattina, il Teatro Verdi lo ha accolto a spazi gremiti o quasi. Sempre il Teatro Verdi, facciamo notare: è il teatro di Sassari, inutile ripeterlo. Il Teatro Comunale di Cappuccini, ben più grande, è altra cosa: non è percepito dai sassaresi come un qualcosa di loro, è un luogo lontano seppure geograficamente al centro della città (grossomodo…). Perché insistiamo su questo aspetto? Perché il numero degli spettatori al Verdi conta, eccome.
E Cappellacci? Sul piano della presenza del pubblico ha vistosamente perso. Per Pigliaru c’era molta più gente. E grazie, dirà qualcuno: Sassari è una città col cuore spostato a sinistra. Vero. Però da Cappellacci c’erano più giovani, soprattutto ragazze. E tutti i candidati, sul palcoscenico a salutare. Con Pigliaru no, non c’erano tutti i candidati. Alcune assenze si sono notate. Da Cappellacci inoltre tante bandiere sarde, sardiste soprattutto.

Michela Murgia
E la Murgia? Anche lei era al Verdi, ma domenica mattina. Platea piena, come i palchetti, ma solo il primo ordine. Sopra, in galleria, il deserto completo. Nessuno. Ma tanti giovani. Con lei sul palcoscenico una rappresentanza del futuro governo dell’Isola, tre possibili assessori: all’Industria, alla Cultura ed alla Sanità. A un certo punto è stato concesso al pubblico di rivolgere domande verso il palco: senza microfono, così ben poco si è sentito. Risposte per fortuna ridotte all’osso. Il ragionamento è però un altro: discorsi che passano?
No, troppo lunghi, troppo costruiti, frasario eccessivamente ridondante, tipico della sinistra. Serve invece concretezza. E meno spocchia da parte di Michela Murgia, una candidata che non sa replicare a Daniela Santanché e che ammette in tv, davanti a Lilli Gruber, di non conoscere ciò su cui sta polemizzando. Il colmo.

Come finirà allora il 16 febbraio? La sensazione è che i giochi siano aperti. Ma tra Pigliaru e Cappellacci. Per Michela Murgia si profila un risultato intorno al 10 per cento. Poco sopra, quasi certamente, ma non di più. Sufficiente in ogni caso a fare entrare un pugno di eletti in Consiglio regionale. Voti presi dai grillini senza lista? In parte. Perché qualcosa alla sinistra porterà via sicuramente. Il 16 febbraio sarà insomma un testa a testa tra Cappellacci e Pigliaru, con il primo che in questo momento sembra avanti, un punto, anche due.
Ugo Cappellacci al Teatro Verdi
Ma Pigliaru può recuperare. A patto che non si lasci ingannare dai teatri pieni. Accadde lo stesso nel 2009: per Soru tutti i teatri ed i cinema si riempivano all’inverosimile. Finì con una batosta clamorosa: Cappellacci avanti di ben 10 punti percentuali.

E Mauro Pili? Assente o quasi (tranne che per la vicenda del fango contaminato delle miniere di Furtei), troppo legato al sud della Sardegna. Un sondaggio della SWG del 17 gennaio lo dà al 6 per cento; secondo l’Unione Sarda (sondaggio pubblicato il 26 gennaio, commissionato a Datamedia) è al 3. Gli altri due candidati, Gigi Sanna (Movimento Zona Franca) e Pier Franco Devias (Fronte Indipendentista Unidu, ovvero “A Manca”) sono addirittura intorno all’1 per cento, ovvero non ci sono proprio. E lo dicono entrambi i sondaggi. Almeno su questo sono d’accordo. Come sull’elevata astensione dal voto. Si parla di almeno il 40 per cento. Ed anche su questo dato sembra che tutti siano d’accordo.

1 commento:

  1. complimenti per l'imparzialità!! hauhauahuha ma chi se ne frega della comunicazione, non siamo in TV!! la Sardegna ha bisogno di un governatore che faccia gli interessi della Regione, Capellacci ha in mente una nuova bandiera per rialzare l'economia?!?! consiglierei un bel foulard al collo, invece che la bandana che orami è fuorimoda. ...oppure i 4mori con Dudù, per essere proprio al passo con i tempi....

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