sabato 22 febbraio 2014

Il dopo Ganau a Palazzo Ducale: e se ritornasse Giacomo Spissu?

Giacomo Spissu
Ma davvero sono questi i nomi che si fanno per la successione a Ganau? Me lo hanno chiesto diversi amici, dopo aver letto il testo che ho messo online l’altro giorno nel mio blog, formalmente semiclandestino, perché mica l’ho mai pubblicizzato (eppure quell'articolo ha avuto ben 38 letture nei primi 4 minuti! Ed era quasi mezzanotte. Adesso ha superato le 2mila visualizzazioni). E, a dirla tutta - faccio un inciso - non so neanche se mantenerlo in vita, perché è un sito provvisorio, che si appoggia ad una piattaforma tutta gratuita. Dovrei preparare una cosa del tutto diversa, ricorrere ad un cms come wordpress o joomla (meglio il secondo del primo per un giornale online, ma non per un blog), lanciare il sito su facebook e… Insomma non ne ho voglia. Non tanto per la fatica fisica (ai bei tempi di Sardies mettevo online da solo anche 15 pezzi, recuperavo 4-5 notizie pesanti, sempre da solo, con tanto di galleria fotografica: il sacrificio insomma non mi spaventa) quanto per la più che certa successiva delusione. Soldi non ce ne sono e a Sassari gli imprenditori che li hanno per campagne pubblicitarie serie sono troppo in là con gli anni per capire che il web ha già vinto sul cartaceo. Un giornale online va veloce, arriva subito, è immediato, è molto più democratico perché è in grado di dare spazio a tutti ed è soprattutto più vicino alla realtà. E poi, alzi la mano chi ha visto un ventenne di oggi leggere un giornale stampato. Chi alza il ditino? Nessuno? E certo che è così. Le nuove generazioni sono legate a smartphone, ipad, iphone, netbook, facebook e twitter. Le notizie passano lì, punto e basta. Un giornale stampato, un quotidiano tradizionale, è legato alle generazioni over 50, che magari se lo comprano per sapere se qualche coetaneo è passato a miglior vita. Lo vedo tutti i giorni con i miei familiari: prima controllano le necrologie, poi, una volta sfogliato il resto del giornale, per informarsi veramente, dicono loro, si affidano alla tv, Rai e Videolina. Ma non è di questo che dovevo scrivere.
Devo infatti completare il quadro del totosindaco dell’altro giorno. Perché i nomi non erano solo quelli. Ne avevo lasciato fuori, volutamente, un paio. E non sono certo di secondo piano. Il primo è quello di Giacomo Spissu. Le voci che girano nei soliti ambienti vedono l’ex presidente del Consiglio regionale (ma fu già sindaco, seppure per alcuni mesi, nel 1994: il tanto per andare su Raitre a “Mi manda Lubrano” per una vicenda di bollette d’acqua troppo alte chieste ad un cittadino, all’epoca esisteva ancora la mai così tanto rimpianta Siinos, che gestiva le condotte idriche comunali) molto interessato a ritagliarsi nuovamente un posticino nell’agone politico isolano. Una provocazione o un malcelato desiderio di ritornare in pista? Probabilmente tutte e due le cose. Del resto, alle “parlamentarie” del Pd di ormai oltre un anno fa il nome di Spissu circolava con insistenza. Poi non se ne fece nulla e la sua area di riferimento interna al partito lanciò la candidatura di Salvatore Rubino, amico di lunga data del sindaco Gianfranco Ganau. Che alla fine non entrò tra i posti “buoni” per l’elezione a Camera e Senato. Ripetiamo, quella di Spissu candidato sindaco è una provocazione? Per tanti sarebbe al contrario un pugno allo stomaco, soprattutto per l’immagine del Pd, quella che parecchi sognano: via i condannati, gli indagati (poi assolti), perfino (e così ritornano i Savonarola o i tribunali del popolo) anche i (solamente) chiacchierati o quelli che ci stanno semplicemente sulle palle! Pulizia totale, con l’accetta, pure a vanvera. Certo, sarebbe bello avere gente onesta, soprattutto intellettualmente, in politica, a tutti i livelli. Però i “cavalli di razza”, dai tempi di Mario, Cicerone, Cesare, Pompeo e Crasso, non sempre rispondono a questi requisiti. Ammettiamolo poi: nell’ambito della realtà isolana non parliamo certo di criminali. Uno di questi invece, condannato davvero con sentenza passata in giudicato, e quindi davvero tecnicamente un pregiudicato, è stato a Palazzo Chigi e continua, nonostante la decadenza da senatore, a frequentare Quirinale e Montecitorio, perché è il leader di un grande partito e dà da mangiare a… Dudù.
Ma torniamo al Comune di Sassari. Quali sarebbero gli altri aspiranti sindaci? Negli ultimissimi giorni sta circolando con insistenza anche il nome di Simone Campus, consigliere under 40, uno dei pochi a Palazzo che svolge dei discorsi articolati e ben costruiti. È un civatiano del Pd, alle ultime regionali ha però appoggiato, in maniera sobria ed educata (ben distante da certi comportamenti sguaiati dei sostenitori di altri candidati), Luigi Lotto, cuperliano. Il problema è che Campus non risulta si sia proposto come nuovo primo cittadino! Ma alcune testate d’informazione lo hanno voluto citare.
Gavino Zirattu
Poi? Ci sarebbe l’attuale vicesindaco, Gavino Zirattu, “giaguaro” doc. Correrebbe alle Primarie? E allora Alessandra Giudici, presidente della Provincia, da sempre vicina al gruppo di Giagu? O uno o l’altra, insomma. E la seconda ha più probabilità di partecipare alla sfida. Qualcuno, nelle ultime ore, ha addirittura proposto una sorta di staffetta: via Zirattu, al suo posto l’altro “giaguaro” Valerio Meloni, fresco “trombato” alle elezioni regionali. Tutto questo si farebbe prima che Ganau sia dichiarato incompatibile perché eletto (con ben 10100 preferenze) nell’Assemblea legislativa sarda. Meloni si troverebbe a dover gestire l’Amministrazione comunale per i prossimi mesi oppure, come vorrebbe qualcuno, fare il vicesindaco-sindaco fino alla scadenza naturale del mandato nel 2015. Ma questa, lo diciamo apertamente, appare  una follia politica. I sassaresi non capirebbero e il rinvio a giudizio di Meloni, insieme allo stesso Ganau ed all’assessore Dolores Lai (anche lei citata tra i possibili candidati alle primarie: tra l'altro, garantirebbe, se eletta sindaca, una perfetta continuità amministrativa con l'attuale Giunta Ganau), per la vicenda del Puc e del parco commerciale Tanit, la rende assolutamente impraticabile. Più logico votare a maggio, anche perché perdere contro un centrodestra nel marasma più totale sarebbe impossibile. Al Pd, si sa, tutto può succedere, ma è più probabile che saranno i redivivi grillini sassaresi a dare filo da torcere al centrosinistra.
Finita la lista? Sì. Per adesso.

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