martedì 31 dicembre 2013

Francesca Barracciu non è più la candidata presidente del centrosinistra alle elezioni regionali del 16 febbraio. Accuse pesantissime nei confronti di Soru: «Non consentirò a chi ha perso le elezioni del 2009 di fare la morale agli altri»

Francesca Barracciu
E alla fine il centrosinistra (ma quale?) è rimasto senza candidato presidente. Si vota il 16 febbraio, tra un mese e mezzo, ed Ugo Cappellacci sembra a questo punto avere la strada spianata verso la riconferma.

La svolta, attesa e tutto sommato scontata, è arrivata poco prima della mezzanotte di lunedì. Francesca Barracciu ha rimesso il mandato alla Direzione regionale. In realtà, dovrebbe essere stato un intervento dello stesso segretario nazionale Matteo Renzi a sbloccare la situazione. Nella sede del Pd di Oristano infatti era arrivato direttamente da Roma Stefano Bonaccini, responsabile nazionale Enti locali, una sorta di plenipotenziario di Renzi. Con un mandato non esplicito, perché quando ci si muove in politica non si cerca sempre di scoprire le carte. Ma, secondo i “si dice”, a Roma, anzi, a Firenze, iniziare il mandato di segretario nazionale del Pd con una sconfitta in una competizione elettorale importante come quella che per il rinnovo del Consiglio regionale sardo non sarebbe proprio il massimo. E allora ecco all’opera un “inviato”, arrivato ad Oristano per sondare, capire e, alla fine, portare a casa il tanto agognato “azzeramento”.

lunedì 30 dicembre 2013

Guido Melis: «Arturo Parisi, un nome nuovo per la Regione»

Arturo Parisi
Oristano, ore 16. Contiamo oggi sulla saggezza (saggezza?) della direzione del Pd. Tutto quanto è successo e succede è purtroppo figlio di una gestione del partito regionale priva di timone e di prospettiva, lasciata alla giornata, abbandonata  per anni alla lotta interna dei gruppi e correnti, senza una idea della Sardegna (l'ultima volta che ne abbiamo avuto una è stato con Soru). Me ne sento responsabile anche io, per quanto dovrei subito aggiungere che lo sono stato meno di altri (non foss'altro perché nel partito non ho mai contato niente, come si potrebbe dimostrare ampiamente analizzando la mia vicenda personale). Il fatto è che adesso siamo arrivati a un punto di non ritorno. Ci vorrebbe senso di responsabilità, generosità, capacità di vedere lontano.

Francesca Barracciu ha molte ragioni personali di essere risentita, avendo indubbiamente stravinto le primarie. Ora le si chiede di farsi da parte. Personalmente l'ho sostenuta e votata ed ora non la ritengo neppure colpevole di chissà quali crimini. I soldi ai gruppi sono stati una pessima prassi, il loro transito ai consiglieri senza rendicontazione anche peggio. Ma poi c'è una bella differenza, se permettete, tra chi si è comprato i rolex o finanziato le vacanze e chi quei soldi ha usato per fare la sua attività.

Elezioni regionali, la riflessione di Nicola Sanna (Pd): «Francesca Barracciu lasci, serve un nuovo nome»



Nicola Sanna
Sassari - Com'è noto alla primarie del 29 settembre non ho votato per Francesca Barracciu. Eppure all'indomani del suo risultato vincente e all'indomani dell'avviso di garanzia che le chiedeva conto dell'uso dei denari a disposizione del gruppo Ds e Pd, ho sempre pensato - nonostante tutto -, che fosse giusto riconoscerle in termini di garanzia e fino a prova contraria, l'onestà e la buona fede della sua condotta, riconoscerle da subito il ruolo di rappresentante delle nostre ragioni politiche e programmatiche proprie di tutto il Pd, del centrosinistra sardo, dei suoi militanti, degli amministratori locali che possono darci una Sardegna nuova e molto migliore di quella che ci ha consegnato Cappellacci.
Dunque è con profondo travaglio che scrivo queste mie riflessioni, perchè sono passati i giorni, le settimane, i mesi (tre oramai) dalle primarie e di quei temi che avrebbero dovuto far discutere la Sardegna, Francesca non ne ha messo in campo alcuno. L'unica questione che rileva oggi accanto al nome di Francesca dopo tre mesi di silenzio programmatico, purtroppo, è solo quella della compromissione nell'uso improprio di denaro della collettività, un'ombra pesantissima che si è trasformata nel buio più opprimente che come sempre avvolge le questioni giudiziarie, che coinvolge una grande ed importante parte del gruppo dirigente del Pd e della "classe" - alcuni la chiamano ormai "casta" -, politica dell'Isola la quale è automaticamente esclusa dalla competizione.