Francesca Barracciu |
La svolta, attesa e tutto sommato scontata, è arrivata poco prima della mezzanotte di lunedì. Francesca Barracciu ha rimesso il mandato alla Direzione regionale. In realtà, dovrebbe essere stato un intervento dello stesso segretario nazionale Matteo Renzi a sbloccare la situazione. Nella sede del Pd di Oristano infatti era arrivato direttamente da Roma Stefano Bonaccini, responsabile nazionale Enti locali, una sorta di plenipotenziario di Renzi. Con un mandato non esplicito, perché quando ci si muove in politica non si cerca sempre di scoprire le carte. Ma, secondo i “si dice”, a Roma, anzi, a Firenze, iniziare il mandato di segretario nazionale del Pd con una sconfitta in una competizione elettorale importante come quella che per il rinnovo del Consiglio regionale sardo non sarebbe proprio il massimo. E allora ecco all’opera un “inviato”, arrivato ad Oristano per sondare, capire e, alla fine, portare a casa il tanto agognato “azzeramento”.
Ma l’annuncio lo ha dato intorno alle 23,30 il segretario regionale Silvio Lai ad una Direzione in attesa da una mezz’ora circa. «La candidatura di Francesca Barracciu è a disposizione della direzione», le parole di Lai. E poi le precisazioni della stessa europarlamentare, un fiume in piena con la stampa presente fino a notte inoltrata. Con Renzi in persona non ha parlato. Ma le indicazioni dalla segreteria nazionale sono state nette. «So che sto facendo la cosa giusta perché sto salvando il mio partito – riporta Repubblica.it, perché la vicenda ha avuto un’eco nazionale –. Questa partita vale il mio destino personale. Sto ricevendo in queste ore decine e decine di messaggi che mi dicono di non mollare». L’accusa nei confronti di Fadda, Cabras e, soprattutto, Soru, è diretta. «È stata loro – ha detto – l'iniziativa di cercare di portare il Pd ad una spaccatura insopportabile sul mio nome. Siccome voglio che il Pd e il centrosinistra vincano le prossime elezioni, un partito spaccato avrebbe significato sconfitta sicura. A quel punto ho dato la mia disponibilità a valutare un'altra candidatura».
«Non consentirò a nessuno – ha detto ancora Francesca Barracciu, riferendosi a Soru, senza però nominarlo – e in particolare a chi ha perso le elezioni nel 2009, a chi ha rinvii a giudizio pesantissimi con processo già fissato a maggio 2014 di fare la morale agli altri. Non consentirò di escludere dalle liste persone o partiti, ad esempio il Psd'Az, non graditi a personaggi come questi».
Francesca Barracciu, adesso europarlamentare, è indagata per peculato nell'ambito dell'inchiesta bis sul presunto uso illecito dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale. In particolare, all’ex sindaco di Sorgono, vengono contestati 33mila euro utilizzati dai fondi ai gruppi dal febbraio del 2006 al gennaio del 2009. Manca la rendicontazione di come sono stati spesi. In benzina, aveva risposto la Barracciu all’indomani della contestazione dell’accusa, arrivata esattamente poco dopo la vittoria alle primarie nel Pd di fine settembre per la scelta del candidato presidente della Regione.
Che succederà adesso? I nomi in pista sarebbero tre: Arturo Parisi, già ministro e parlamentare, sassarese; Francesco Pigliaru, economista, di Sassari ma da anni all’Università di Cagliari; Franco Siddi, di Samassi, giornalista della Nuova Sardegna, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa. Nei giorni scorsi erano circolati anche i nomi dei due rettori delle università sarde, Attilio Mastino (Sassari) e Giovanni Melis (Cagliari). Tra il 2 ed il 4 gennaio è già convocata nuovamente la Direzione regionale del Pd. Entro il 10 gennaio il nuovo nome, da scegliere (possibilmente) con gli alleati. Sì, ma quali?
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